Su di me...

Mi chiamo Veronica Di Biagio, vivo e lavoro a Roma. Sono laureata in Psicologia clinica e di comunità e iscritta dal 2008 all'Ordine degli Psicologi del Lazio n. 16130.

Ho approfondito successivamente il metodo del Counseling psicologico, come strumento efficace per sviluppare un'attività professionale che avesse come obiettivo la promozione della salute e del benessere psicofisico.

Credo che ognuno abbia il diritto di avere la possibilità di migliorare la qualità della vita, in qualunque condizione. Questo include l'età e gli effetti che l'invecchiamento ha sulla salute. Per questo una parte della mia attività è diretta a promuovere iniziative di prevenzione dell'invecchiamento mentale, e programmi di Brain Training per lo sviluppo e il potenziamento delle abilità cognitive.


Dal 2008 collaboro con istituti scolastici attraverso progetti per la prevenzione del disagio scolastico e dei comportamenti a rischio in età evolutiva.

Attualmente sono impegnata nella realizzazione di servizi per la salute in collaborazione con medici, farmacisti e altre figure, per sviluppare interventi integrati nella gestione del paziente cronico o di condizioni fisiche che comportano un forte stress e disagio psicologico.

Promuovere il proprio benessere: passi verso l'autonomia

La mia attività professionale mira a mettere la persona al "centro" del suo percorso di crescita, che non si traduce solo in contenimento del disagio, ma in una ricerca attiva e consapevole di una dimensione di maggior agio, non fornendo soluzioni ma supportandola nella ricerca della sua soluzione, attraverso un percorso che favorisca una maggiore consapevolezza di se e che permetta di trovare in modo autonomo le risorse e gli strumenti più idonei per superare la difficoltà in cui si trova.


Cambiare significa agire

La voglia di cambiare accompagna spesso la nostra vita e rappresenta un motore potente per la nostra crescita personale. L'insoddisfazione, o la sofferenza, ci spingono a desiderare qualcosa di diverso nella nostra vita, o nel nostro comportamento. Eppure cambiare è estremamente difficile. Perchè? Innanzitutto cambiare richiede molte energie, cognitive ed emotive, e ci obbliga ad affrontare un momento di instabilità in attesa di riconquistare un nuovo equilibrio. Un cambiamento seppur piccolo, e per quanto sia desiderato ed auspicabile, implica l’abbandono di comportamenti, atteggiamenti e/o situazioni familiari, e quindi rassicuranti, spesso fonte di piacere, verso qualcosa di nuovo, poco familiare o prevedibile, che implica una certa dose di frustrazione iniziale.

Soprattutto un cambiamento implica un lavoro, un'azione concreta quotidiana. Il nostro obiettivo allora non è quello di ottenere un risultato ma di mettere in atto un processo ogni giorno, trasformandolo in abitudine.


Dare corpo alla mente...

La mente, intesa come insieme di percezioni, emozioni, pensieri, non è qualcosa di astratto ma fondamentalmente "incorporato", ovvero incarnato nel sostrato organico del nostro corpo: nulla di ciò che percepiamo, sentiamo, o pensiamo passa attraverso la nostra mente senza produrre degli effetti nel nostro corpo a livello biochimico, muscolare, cerebrale. La conoscenza del mondo, così come la consapevolezza di sè, passa attraverso il corpo. L'espressione e la modulazione delle nostre emozioni non può prescindere dallo "strumento" attraverso cui tutte queste informazioni fluiscono e diventano esperienza. La nostra stessa identità, quindi, è corporalmente fondata.  Da questo deriva che l'intervento psicologico non può prescindere dal coinvolgimento del corpo, delle sue dimensioni percettive e motorie, non solo come metafora concreta del proprio personale modo di "stare nel mondo", ma anche come mezzo attraverso cui generare e sperimentare le condizioni per "star bene nel mondo". 


Un approccio integrato

Il benessere può essere considerato quindi come un processo, una percezione soggettiva di poter controllare l'ambiente intorno a se, e di trovare adeguata soddisfazione dei propri bisogni, sul piano fisico, emotivo, relazionale e cognitivo. Per realizzare questo complesso equilibrio, una visione integrata della persona deve andare di pari passo con una visione integrata dell'intervento, in cui diverse competenze (medica, psicologica, sociale) possano dialogare tra loro per cogliere criticità e potenziare le risorse del paziente/cliente.